INTERIOR DESIGNER
Spesso confusa con l’arredatore, questa figura, nuova nel suo genere, nasce completa e multidisciplinare per offrire la risposta giusta al più umano dei bisogni: vivere secondo natura e dignità.
L’inglesismo tende a destabilizzare ma letteralmente l’interior designer è il progettista d’interni. In quanto tale mi occupo di progettare gli spazi in ogni loro aspetto, dove arredare diventa l’ultimo step di un lavoro molto più lungo e complesso. Ripartizioni dei volumi, demolizioni e ricostruzioni, materiali costruttivi, impianti, illuminazione, e solo alla fine materiali e colori di finitura e arredi. Sostanzialmente mi occupo anche della forma e non solo del contenuto. Inoltre aggiungo a tutto ciò la capacità di realizzare un progetto che diventa esperienza. Creo ambienti che esprimono la relazioni tra persone che li vivono e plasmo i luoghi sulla base delle loro esigenze.
La figura che rappresento unisce conoscenze tecniche e umanistiche per creare un lavoro completo che si relaziona con l’umano che lo vive.
La mia mano, poi, è semplice e pulita, incline alla simmetria. La mia visione tende al monocromatico sia come tecnica comunicativa, sia per il valore simbolico che ha nello spazio e sulle persone. Il colore è la strategia di tutti i miei lavori.
Una volta un uomo mi disse che se fosse caduto un vaso di fiori io avrei pianto per il fiore e non per il vaso che si rompeva. E questa sono io, incline alla bellezza, convinta che ci sia un lato umano in ogni progetto, cosa, luogo o persona; ricamo poesie ed emozioni ovunque.